In "How Einstein Arrived at His Theory of General Relativity" Michael Dine, professore di fisica delle particelle all'università di Santa Cruz, ci svela il percorso compiuto da Einstein dopo aver svelato al mondo la teoria della relatività ristretta, nel 1905.
Si trattava di applicare i risultati appena pubblicati alla legge sulla gravitazione universale di Newton, che aveva retto per ben 200 anni. Non era più possibile ignorare gli effetti "istantanei" tra i corpi celesti previsti dalla teoria classica, dopo che era evidente che questi si sarebbero dovuti propagare al massimo alla velocità della luce.
Einstein impiegò diversi altri anni di profonde riflessioni e calcoli impegnativi per pubblicare la teoria della relatività generale, e rivoluzionare definitivamente la percezione dell'universo. La legge di Newton valeva nella stragrande maggioranza dei casi, e le prove empiriche per dimostrare le condizioni degli effetti relativistici erano molto complesse. Il candidato ideale per iniziare a trovare un prezioso riscontro alla nuova teoria era Mercurio, il pianeta più vicino al Sole, quello che risentiva maggiormente dell'attrazione gravitazionale della stella e che mostrava una lieve discrepanza (43 secondi) nella precessione del perielio (il punto più vicino al Sole) non prevista dalla teoria classica...
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