Mattia Butta è un eccentrico. Poteva mai non finire in Giappone ? E infatti c'è finito, e da buon ingegnere elettrico si sofferma su quella meraviglia che sono i cavi elettrici giapponesi.
Null'altro dà il senso di alterigia di questi moderni totem, che sembrano ergersi disinteressati all'usuale ordine sopra la gente comune, insieme al loro gigantesco caos di condensatori, trasformatori e soprattutto cavi.
Fili, terminazioni nervose di un sistema che sembra sovraccarico, di energia, persone, collegamenti, di desideri, di luci e di ombre. Il loro impatto dal punto di vista dell'estetica urbana è così forte che non possono lasciare indifferenti.
Di fronte al ritmico marciare della società testimoniano quell'attimo di disattenzione, quel dettaglio fuori posto, quel tratto di umanità che in fondo ci fa pensare che anche a loro, alle volte, qualcosa può sfuggire di mano.
UPDATE: la soluzione del mistero
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