Sembrava uno scherzo. Dopo anni passati a entrare e uscire dai negozi degli RPG, situati nei posti più impensabili e gestiti da figure spesso anche sinistre, esce un gioco che ribalta completamente la prospettiva e mette nei panni del vendor, figura automatica per antonomasia.
Sembrerebbe una rottura di scatole, ma invece no. Intanto c'è il mutuo da pagare e la povera Recette (gran dormigliona) viene buttata giù dal letto ogni mattina dalla fatina Tear, impiegata presso l'agenzia che deve riscuotere la rata. C'è da far quadrare i conti, non spaventare i clienti, procurarsi merce anche a costo di inoltrarsi nei dungeon. Tenere aperto un negozio è tutt'altro che una routine.
Di questi tempi è raro assistere alla nascita di un nuovo genere. Forse per Recettear questa definizione non è del tutto lecita, ma la profondità del titolo, che non traspare affatto dalla divertente grafica manga e dall'idea generale, è sorprendente.
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