Il western: un genere così afflitto da cliché da far emergere solo i giochi e film migliori. L'ultimo arrivato: Red Dead Redemption non delude le aspettative. Il motore di Grand Theft Auto, forse il più evoluto sandbox disponibile attualmente che aveva permesso di compiere ogni genere di efferatezza nella Liberty City di Niko Bellic, si piega alle esigenze di raffigurare le sterminate pianure americane, ricchissime di cespugli, cactus, coyote e puledri selvaggi e illuminate da rossi tramonti, chiare albe e a volte perfino notti piovose.
Com'è tradizione di Rockstar ogni attività tipica viene implementata in modo immediato e divertente, dal domare stalloni presi al lazo a sperperare il proprio patrimonio a texas hold'em, dalla caccia ai criminali per incassare taglie al migliorare il proprio arsenale. Ladri, pazzi, tagliagole, pionieri, sceriffi e predicatori. Non manca nulla, nemmeno la grande ironia tipica degli autori nel trattare temi adulti, accompagnati da musiche ispirate a Morricone.
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