Neil Gaiman è all'altezza dei suoi personaggi. Un po' eccentrico. Inglese, vive negli USA con la sua bella moglie e le figlie Holly e Maddy. Ha vinto innumerevoli premi per la sua storia a fumetti: "The Sandman", che ha battuto ogni record di popolarità tra i fumetti di contenuto adulto, innalzandolo al rango di superstar. L'arco narrativo prende spunto dalle uniche due opere di Shakespeare che non hanno una ambientazione storica: il "Midsummer Night's Dream" e "The Tempest". Gaiman immagina che il Grande Bardo ne abbia ricevuto l'ispirazione dopo un incontro con il signore dei sogni: Morfeo. Si narra di una famiglia di esseri che c'erano prima che gli uomini inventassero il culto dei loro dei, e che ci saranno dopo che gli dei saranno oramai dimenticati. Sono sette e incarnano questi aspetti della vita: in ordine di eta: Destiny, Death, Dream, Desire e Despair, Destruction e Delirium (una volta Delight).
Gaiman è un maestro assoluto della metafora, ha girato il mondo in lungo e in largo, ha letto moltissimo, conosce innumerevoli aneddoti storici ed è appassionato di molte culture. Ama le storie di fate e folletti e le cose curiose, i simboli ed è capace di caratterizzare un personaggio con un gesto, di descriverne in modo toccante tutta una vita in poche pagine. Quello che forse più lo contraddistingue é però una sensibilità incredibile ed una fantasia sconfinata. Si diverte molto ad avvolgere in una morbida coperta di compassione i suoi personaggi apparentemente più pericolosi e sinistri. Un esempio per tutti: Death, la sorella maggiore di Morfeo, ritratta come una ragazzina dark con uno spirito incrollabile e la battuta sempre pronta (umorismo inglese of course).
Ad ogni domanda ha risposto con garbo ed educazione. Una persona speciale, gentile, che sa cogliere il meglio dalla vita per metterlo in prosa e regalarlo (previa piccola somma di denaro) agli altri. Impossibile non toccare l'argomento "Sandman". Ma la discussione è spaziata su tutto l'arco della sua produzione, dalla difficile collaborazione con la BBC per la produzione di "Neverwhere" ad "American Gods" (vincitore del premio Hugo), passando per la quasi disconosciuta biografia dei Duran Duran.
Il suo ultimo libro è una fiaba per bambini, gotica ed inquietante: "Coraline". Ispirato da sua figlia Holly, che a 6 anni tornava a casa da scuola e vedendo suo padre scrivere storie spesso si avvicinava per narrargli le sue, che prendeva molto sul serio e che avevano come protagonista assoluta una bambina di 6 anni di nome Holly. Spesso aveva da discutere con la madre troppo severa, e che ancor più spesso, forse a causa della casa vittoriana (anche Stephen King vive in una casa del genere) incontrava lupi che uscivano dai muri ed altre creature sinistre ed inquietanti. Coraline è una bambina che come Alice attraversa il solco tra due mondi e si ritrova a dialogare con un simulacro della madre con dei bottoni al posto degli occhi. "dei bottoni al posto degli occhi ? O mio dio, ma è orribile !" è ciò che subito può venire in mente ad un adulto. Ma un bambino pensa: "bottoni ? figo ! Li posso disegnare facilmente". Perchè il nome Coraline ? I nomi sono potenti strumenti nella magia e spesso le creature più sono potenti e più ne accumulano, come se fossero tesori nascosti. Nel nome alberga il destino. Alice si diceva, vive il seguito delle sue avventure in "Through the looking glass" (attraverso lo specchio) e Coraline è come una Caroline che lo attraversa, c'è il gioco della riflessione.
Gaiman porta la magia in un mondo un po' grigio, che ne ha un bisogno intimo e assoluto. Niente è impossibile nelle sue storie e la suspance ci segue costantemente mentre seguiemo le appassionanti vicende di personaggi che non potrebbero esserci più vicini, ma che per qualche motivo violano una o più delle regole che noi accettiamo incondizionatamente, solo per obbedire ciecamente a tutte le altre però. Il nuovo talento inglese ha in serbo ancora molte altre storie per noi, ma la sua produzione è già sufficientemente vasta per allietare molti pomeriggi d'estate o serate d'inverno.
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