In Praise of Bewilderment ("Elogio dello Smarrimento", Scambiare la falsa semplicità per una complicata verità).
"Lo smarrimento richiede tempo. Può anche essere spaventoso perché significa rinunciare a una parte di se stessi. Le nostre certezze funzionano come nodi in quella che il filosofo W.V. Quine chiamava la nostra "rete di convinzioni". Ognuna è collegata ad altre convinzioni, tutte insieme per darci una visione del mondo. Quella visione del mondo, riteniamo, è essenziale per essere in grado di dare un significato ed agire."
"Quando vengono sfidate, le persone si aggrappano, resistono, difendono le loro care certezze. Dispiegano argomenti contrari: le convinzioni religiose e scientifiche possono essere davvero incompatibili, nonostante i tentativi di riconciliarle. E Newton stesso, sche scrisse più di astrologia che di astronomia, stava solo scherzando con tutte quelle sciocchezze occulte, o era un prodotto del suo tempo."
Nello smarrimento " è lì, nello spazio creato dall'incertezza e dall'ambiguità, può iniziare l'apprendimento. Quello spazio è umile, aperto, flessibile. Gli studenti scoprono che sono lì con loro. Nessuno ha le risposte. Occorre lavorare insieme, riflettendo a fondo possiamo emergerne cambiati, non colmi di sicumera."
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