Il pubblico cinese paga anche centinaia di milioni di dollari per vedere i propri film d'animazione, i cosiddetti "guoman", ma molti critici non sono soddisfatti. Il desiderio del pubblico cinese è di avere una forma d'arte in grado di competere con il meglio di Pixar e Studio Ghibli, sia in termini artistici che di popolarità ma realizzata con uno "spirito cinese".
È un'asticella molto alta. Anche successi come Jiang Ziya (2020) possono essere criticati in Cina, e in modo brutale. Le recensioni disdegnano le sceneggiature e le storie e liquidano come flop anche i film che hanno ottenuto buoni risultati al botteghino. Quando si tratta di animazione, la Cina è molto critica con sé stessa.
Ma nel 2017 finalmente arriva "The Guardian" (Dahufa), tormentata opera del regista Busifan. E' un'opera violenta. Così violenta che la sua apparizione nelle sale cinesi è stata definita "un miracolo". In qualche modo, è riuscito a superare la censura. "The Guardian" è anche bello. È un film d'azione ben girato e ben costruito, con una padronanza esperta del linguaggio cinematografico - messa in scena, ritmo, blocco, montaggio, design dei colori e altro ancora.
What makes 'The Guardian' (Dahufa) so great.
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