La parola giapponese Yuurei (幽霊"fantasma") è composta da due ideogrammi: yuu ("confinato in una stanza") e rei (anima, spirito).
In Giappone si crede che ogni persona abbia una sua anima (reikon) e che dopo la morte questa stazioni in una sorta di limbo fino al termine dei riti, alla fine dei quali potrà raggiungere i suoi congiunti. Se la dipartita avviene in modo poco piacevole però, così come in occidente, si crede che lo spirito si trasformi in un fantasma, di nuovo in grado di albergare nel mondo materiale.
Nel tardo 17° secolo divenne di moda il gioco dei 100 racconti (kaidan del terrore) che subito invase il teatro, la letteratura ed altre arti. Ne nacque la necessità di distinguere gli Yurei dagli altri personaggi e fu così che gli spettri di giovani donne iniziarono ad essere rappresentati con lunghi capelli neri scarmigliati, una veste bianca e un paio di fuocherelli fatui per compagnia.
"The Ghost of Oyuki " by Maruyama Okyo
and"Large Sadako" by Daniel Hernandez
Dack Davisson explains japanese ghosts