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Digital Stars

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Digital Stars

"Vogliamo la tua scansione, al completo. Il tuo corpo, il tuo viso, le tue emozioni, quando sorridi, le tue lacrime. Vogliamo un campione da conservare. Vogliamo possedere questa cosa chiamata Robin Wright."

- The Congress (2013, Ari Folman)

Le tecniche di digitalizzazione avanzano, incessantemente. In pochi anni saremo definitivamente fuori dalla Uncanny Valley. Esiste già uno standard che descrive la recitazione, il FACS (facial action coding system).

In "The Congress", film dell'animatore Ari Folman, si immaginano le imprevedibili conseguenze della scelta di donare la propria "likeness", l'immagine, ad uno studio hollywoodiano.

E intanto nella nuova pellicola di Guerre Stellari fa il suo ritorno "digitale", in uno spoiler preannunciato da oltre un anno, Peter Cushing, che interpreta il gran figl.di.putt. Tarkin al comando della Morte Nera. Lo stesso imdb non accredita né l'attore inglese, scomparso oltre 22 anni fa, né una controfigura, forse per non fare anticipazioni o più probabilmente perchè c'è da capire le complesse implicazioni del caso.

Il potenziale per il cinema, però, è incalcolabile, soprattutto dal punto di vista commerciale, se non da quello artistico. Le stelle più brillanti, che sono state piante per decenni, potrebbero tornare a brillare sul grande schermo, e sarà questa probabilmente la prossima rivoluzione nelle sale dopo l'attuale, inflazionato, tripudio di effetti speciali.

I puristi che penseranno che così "sia troppo" dovrebbero ricordarsi che il cinema è, come è sempre stato, finzione. Finzione assoluta. E, forse, vedendo Audrey Hepburn, sempre in digitale, prendersi un passaggio sulla costiera amalfitana, si rassegneranno.

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How we resurrected Audrey Hepburn

Onibaba

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Onibaba (1964) è ambientato nel 14° secolo, un periodo brutale nella storia del Giappone, devastato dalla guerra civile tra shogunati rivali. Fiaccati dal combattimento, i samurai sono attratti verso i campi per nascondersi e riposarsi tra l'erba alta, ma cadono in un'imboscata e vengono uccisi da una madre senza scrupoli (Nobuko Otowa) e la figliastra (Jitsuko Yoshimura). Le donne gettano i corpi dei samurai in un pozzo, e barattano la loro armature e armi per del cibo. Ma quando Hachi (Kei Sato), un vicino di casa, fa ritorno dalla guerra, la collaborazione tra le due donne entra in crisi.

Carico di eros e ricco di simbolismo e superstizione per le sue radici buddista e sacrario, Onibaba-Le assassine di Kaneto Shindo è in parte una parabola moderna sul consumismo, uno studio della distruttività del desiderio sessuale e - girato all'interno di un mare di claustrofobica erba e accompagnato da una colonna sonora memorabile con frenetici tamburi - uno dei film più suggestivi ed originali dell'ultimo mezzo secolo in Giappone,

I 13 migliori film horror giapponesi


Wolf Children by Mamoru Hosoda

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Wolf Children by Mamoru Hosoda
Wolf Children (おおかみこどもの雨と雪) è il penultimo film di Mamoru Hosoda, che dimostra una volta ancora di essere un vero contendente al trono del "nuovo Miyazaki".

La questione è di primaria importanza perchè una figura guida che riempia i cinema di tutto il mondo con una produzione in linea con decenni di capolavori è necessaria per tutto il mondo dell'animazione giapponese.

Hosoda ha già una sua ottima cifra stilistica che ha mostrato in "La ragazza che saltava nel tempo" e "Summer Wars", ma in questo caso si cimenta in qualcosa di veramente vicino ai tempi del fondatore dello Studio Ghibli, con risultati davvero ottimi.

tvtropes


Antonioni e Kurosawa

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Geisha

Negli anni '80 Antonioni si è recato in Giappone, dove ha anche incontrato Akira Kurosawa sul set di "Ran", ed ha girato svariati brani di un documentario, rimasto però incompleto.

Ora "Japan 1984 – 7 Betacam Tapes" sta per essere esposto alla mostra del cinema di Venezia, ed è già disponibile su belligerent eyes.

[via]

It Follows

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It Follows
Uno degli aspetti più interessanti, negli horror come nella fantascienza, è stabilire le nuove regole del mondo del racconto o del film, e seguirle fino alle loro conseguenze, anche le più estreme.

Nel caso dei rinfrescante (di brividi) It Follows la maledizione è simile a quella di Ring, ma si scatena con un atto sessuale, anzichè la visione di un filmato. Da quel momento in poi lo spirito inizierà a seguire lentamente la vittima, incessantemente, fino a raggiungerla o fino a che la maledizione sia passata ad un'altra vittima.

La seconda pellicola di David Robert Mitchell mostra una ottima padronanza del meccanismo della tensione psicologica, anche se la trama è un po' un pretesto.

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Penny Dreadful

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Penny Dreadful
La presentazione della serie appena conclusa di Showtime, "Penny Dreadful", potrebbe trarre un po' in inganno. Si è portati a pensare che una investigatrice dell'occulto di nome Penny se la spassi tra misteri senza troppo pathos.

Nulla di più falso.

Gli episodi sono intrisi di quell'atmosfera gotica tipica delle correnti del romanticismo più disperato. E poi costumi da premio oscar, un cast d'eccezione, le scenografie incredibili rendono questa serie di piccoli film imperdibile nonostante qualche difetto qua e la dato dal premere sempre e comunque sull'acceleratore in tutto.

E poi c'è la vera ragione per goderne: l'interpretazione fuori scala di una Eva Green sbalorditiva che porta il suo personaggio, Vanessa Ives, direttamente nel mito, nonostante si confronti con figure del calibro di Dorian Gray, Dracula, Jekyll, Frankenstein e vari altri.

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