Io ho frequentato il liceo scientifico e poi mi sono laureato in ingegneria informatica. Fortunatamente quando l'ho frequetato io il liceo aveva una forte impronta umanistica, con italiano, latino, filosofia, storia ecc. Poi ingegneria è una facoltà molto arida, che va al sodo, ma ti permette molto facilmente di trovare lavoro. Gli ingegneri, essendo molto esperti nel loro campo specifico, pensano spesso di saperla molto lunga. Ma a volte si esprimono davvero impropriamente, o peggio.
Invece una formazione totalmente umanistica, che non abbia una solida base di matematica, credo sia insostenibile nel XXI secolo. E' davvero una turris eburnea dove praticare ragionamenti spesso svincolati dalla realtà, quindi fini a loro stessi. Occorre sapere come ragionare (grazie latino !) ma anche come mettere in pratica. Oggi non è possibile non capire il senso, il significato delle statistiche, che influenzano in mondo. Non ammetto di sentire dire "ah io di matematica non ci capisco niente".
Italiano, Inglese e Matematica dovrebbero essere insegnati con la massima qualità fin dalle scuole primarie. Latino e greco, se ben fatti, insegnano a pensare e regalano la saggezza millenaria. Ma da soli non bastano. Non bastano più. La formazione e lo studio non si fermano alla laurea. Bisogna continuare a studiare, di tutto. E mettere in rapporto tra loro le varie discipline, fare analogie fra sistemi di natura diversa.
La Seconda Prova di Pietro Minto esce il 26 marzo per Einaudi e affronta proprio il problema di non riuscire a capire la matematica.