Nel 1846 lo scrittore William Thoms coniò il termine: "folklore", si chiedeva se qualche nuovo studioso avrebbe potuto fare per la cultura britannica quello che Jacob Grimm aveva fatto per quella tedesca con i suoi "Racconti", scritti con la collaborazione del fratello Wilhelm.
I libri spopolarono in Inghilterra a partire dal 1823, quando uscirono accompagnati dalle illustrazioni di George Cruikshank, ed erano molto più popolari che in Germania. Sono divertenti, così violenti che è facile immaginarli censurati o vietati, e profondamente fedeli alla psicologia umana, anche quando il mondo che rappresentano contiene animali parlanti e pozioni magiche. I racconti ci scuotono con cannibalismo, decapitazioni a bizzeffe, allusioni sessuali, genitori (e matrigne) malvagi o inefficaci, eroi amorali come Pollicino e persone che muoiono sia di gioia che di dolore. Il mondo è instabile ma pieno di meraviglie e trasformazioni, un luogo in cui la pietà naturale può prevalere o essere facilmente schiacciata.
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