Maly Siri è una illustratrice francese che vive in Quebec. Fortunatamente per i suoi lettori nella provincia canadese fa un freddo boia e quindi la ragazza è costretta a stare ben chiusa in casa a realizzare le sue splendide pin-up, che arrivano nella nostra dimensione spazio-temporale direttamente dagli anni '40 grazie a chissà quale sortilegio.
Anche il blog di Maly è davvero da non perdere, pieno com'è di sventole, cover, backstage, schizzi, caricature e filmati.
Kerascoet è il nom de plume della coppia di illustratori Marie Pommepuy e Sebastien Cosset. Un'altra splendida occasione per rimirare la grazia e l'estetica ironica e maliziosa del meglio della produzione francese, con moltissimi schizzi e work in progress che svelano interessanti dietro le quinte di queste piccole, splendide magie.
Per chi cercasse un'avventura più epica dell'aggirarsi nei sotterranei alla fioca luce di una torcia ci sono ottime notizie.
Dragon Age: Origins, dei tessitori di trame della Bioware, impara la lezione impartita da Peter Jackson sull'estetica fantasy (tralasciando colpevolmente la sezione elfi, probabilmente per non ricalcare troppo la fonte di ispirazione) e la applica ad un ricchissimo impianto dove ci si perde nelle decine e decine di attributi che caratterizzano ciascun personaggio. Sembra davvero di poter crescere in ogni direzione.
Il motore grafico è di qualità sufficiente per supportare anche i "filmati di imtermezzo" e per quanto riguarda la storia che accompagnerà i giocatori lungo le decine e decine di ore si parte dall'assunto che sia evidentemente il pezzo forte, vista l'eccellente reputazione del team di sviluppo in questo campo.
Cosa chiedere di più ? Beh... per una volta un filtro per diminuire il gore, perchè i personaggi chiacchierano dopo uno scontro ed è difficile non notare quanto siano sempre zuppi di schizzi di sangue, anche sul viso. Ma anche questo è un dettaglio che qualcuno apprezzerà.
- una "pellicola" musicale illuminata dalla presenza di Girl Talk (autore di Night Ripper)
- una introduzione fresca e innovativa alla musica del XXI secolo, dove non ci sono più sette note ma sette gozilliardi di campioni da usare per ri-creare qualcosa di completamente nuovo
Ma questa è soprattutto una forte argomentazione sull'assurdità di certe leggi sul copyright, una serie di norme inventate quando per strada si udivano ancora gli zoccoli dei cavalli, ora rese completamente inadeguate in un mondo dove vengono scambiate miliardi di informazioni in un battito di ciglia. Nel caso dei campioni sonori, che durano frazioni di secondo, le attuali norme si comportano come se un pittore potesse proteggere per legge una piccola pennellata tondeggiante in verde acqua , o un rettangolino blu cobalto sparso a caso sulla tela.
Qual'è il grande classico dell'Atari dove ci si trova catapultati in un carro armato del futuro in un buio vuoto cosmico illuminato soltanto dalla luce dei vettori ?
Michael Parkes è un maestro della litografia, una tecnica laboriosa e rara che prevede l'uso di particolari pietre levigate, matite grasse e inchiostri.
Ogni colore dell'immagine, (e Parkes ne usa fino a 14 diversi) prevedrebbe l'uso di una sua pietra appositamente preparata, ma l'artista ha deciso di sfidare la sorte e fare tutto con sole 2 o 3 pietre, reincidendole dopo averle usate per la stampa per il prossimo colore.
Questo processo è senza ritorno, ogni minimo errore può inficiare la riuscita dell'opera ed è per questo che viene definito "la corsa suicida".
Glenn Jones mostra a tutti quanto Pong sia realmente antico in questa interpretazione... "vittoriana".
Le sue illustrazioni pescano spesso dall'immaginario Lo-Tech degli arcade a 8-bit. Indubbiamente i videogame più evocativi di ogni tempo (escluse le avventure testuali).
Di tutte le creature del Creato, ce n'è soltanto una che non può essere resa schiava del guinzaglio. E' il gatto. Se si potesse incrociare l'uomo con il gatto, l'uomo ne guadagnerebbe, il gatto no.
Non è il solito anime, non è la solita ghost story, non sono i soliti liceali, vampiri e spettri, non sono i soliti dialoghi e soprattutto non è il solito stile.
Basato sui racconti di Nishio Ishin e illustrato con inusitata grandeur estetica (titoli compresi) da Shinbou Akiyuki questa serie di 12+1 episodi racconta le avventure di un ex vampiro e delle sue strane conoscenze, che iniziano subito con una tsundere psicotica di 5 kg che gli vola in braccio (con tutta una cartoleria nella minigonna) dopo una caduta dalle scale. Il poveraccio si ritroverà dopo pochi minuti alla mercè della sua graffettatrice (!).
In una parola: Bakemonogatari (beh, due parole in crasi: bakemono, mostro e monogatari, storia).