Hideo Nakata e' cresciuto nella provincia giapponese. D'estate vicino alla casa dove passava la villeggiatura c'era un sinistro pozzo. Si diceva che fosse profondissimo e aleggiavano tante storie paurose (un comune passatempo nella stagione calda). I fantasmi asiatici, al riparo dalle penalita' karmiche delle credenze buddiste, si rivelano particolarmente rancorosi (Ju On) e vendicativi (Ringu).
Anni dopo il regista, con quest'ultimo film, ha "sdoganato" in occidente l'horror nipponico, fatto di atmosfere snervanti, silenzi e spesso nemmeno una goccia di sangue. Ha diretto sia il sequel giapponese che il sequel americano e ne ha tratto due film completamente diversi. Ma dopo la distruzione della videocassetta maledetta Nakata trova poco stimolante un ritorno di Sadako su DVD. Si e' dedicato invece a "L change the world", presentato a Udine al Far East Film Festival, e spin off della serie di film di "Death Note", tratti dal manga omonimo di Tsugumi Ohba.
Per approfondire la conoscenza di alcuni miti e retroscena dell'immaginario culturale e come questi si leghino ai concetti del buddismo e dello shintoismo c'e' una "Guida per capire gli horror giapponesi".
Sadako (da Ringu)