Hayao Miyazaki’s World - 'Best of' Booklet è un saggio di Tamah Nakamura che spiega come, in Giappone, Hayao Miyazaki sia considerato molto più di un regista, ma un vero pensatore e filosofo.
Il libro attraversa la produzione artistica di Miyazaki, approfondendo ecologismo, simbologia, natura umana e molti altri aspetti in film come "Totoro", "Mononoke", "Nausicaa" e "La città incantata".
John Walsh racconta di anime, cartoon, videogame e altri media in modo arguto, e ben documentato, raccogliendo dati e lasciando perdere per quanto possibile le opinioni soggettive.
Qui sopra ci spiega esattamente le ragioni della caduta dei Simpson, la serie tv più innovativa di qualche decennio fa, e nel fare questo ci rende partecipi del significato di gusto, di saper scegliere, comprendere e apprezzare davvero quello che si guarda, per evitare di ingozzarsi di qualsiasi cosa venga scelta da un algoritmo e farlo diventare come un passatempo qualsiasi.
Spoon & Tamago ci racconta dello splendido poster che accompagna l'uscita del remaster digitale di Totoro in Cina, ad opera del leggendario illustratore cinematografico Huang Hai.
Da notare che in Cinese, dove i nomi propri curiosamente vanno tradotti con gli ideogrammi, Totoro diventa 龙猫 (o 龍猫) ovvero il "gatto-drago". Satsuki e Mei sembrano correre in mezzo di un prato dall'erba altissima, che però si rivela essere la pelliccia del nostro Spirito della Foresta preferito.
Howard Wimhurst (twitter, facebook, youtube, patreon) ci spiega un paio di principi sull'animazione basata sul contrasto: il contrasto di velocità (che genera la "tensione di prossimità") e il contrasto di dimensioni.
Digibro, un ventenne di New York avido consumatore di media, svela il filo rosso che lega Azumanga Daioh, K-On! e Lucky Star con Hidamari Sketch e Manabi Straight.
Tratta dagli imperdibili saggi di sakugabooru, questa è la storia di uno studio con una filosofia chiara, fin da molti anni prima del suo grande debutto: Kyoto Animation. La stella cometa degli studi di animazione (se escludiamo Ghibli) ad oggi ha ottenuto un enorme successo ed il suo ambiente di lavoro è insolitamente buono, ma ha dovuto affrontare anche svariate curiose questioni. I KyoAni sono unici nel loro genere!
All'inizio Yoko Hatta lascia il suo lavoro di colorista, si sposa e si trasferisce a Kyoto, dove raccoglie alcune altre casalinghe e si mette a dipingere cel per Tatsunoko. Nel 1985 tutto diventa ufficiale e si consolida nel nome Kyoto Animation, con il marito Hideaki come presidente e Yoko stessa a capo delle operazioni, con il potere di avere voce in capitolo su tutto. Vengono fondati i dipartimenti di animazione, quello di fotografia e quello artistico e cominciano i lavori di intercalazione e background art per altri studi. KyoAni collabora su Orange Road, Dirty Pair e Evangelion, ma perfino al cinema per Ghibli e su Akira.
Un ulteriore salto di qualità avviene nella produzione di Zillion, con Mitsuhisa Ishikawa che fonda IG Tatsunoko. E poi, nel 1991, la realizzazione del primo corto "Shiawasette Naani", tutto realizzato internamente. Da lì in avanti le cose si fanno ancora più interessanti.
La reputazione dello studio si fonda sulla impressionante capacità di fornire sempre animazione di qualità eccellente, senza "tirare via" come si usa in questa industria dai ritmi infernali, e di porre particolare attenzione ai dettagli nella recitazione dei personaggi. E questo innesca una vera e propria rivoluzione.
High Score Girl (ハイスコアガ) è un manga di Rensuke Oshikiri tradotto in anime da J.C. Staff.
La storia parte come una commedia romantica degli anni '90 e ruota intorno alla vita del giocatore Haruo Yaguchi, la scena delle sale giochi (ゲームセンタ), e i cambiamenti che si sviluppano nel corso del tempo.
High Score Girl è conosciuto per il suo stile originale, le riproduzioni accurate degli arcade game e dell'hardware e anche la rappresentazione della sottocultura dell'epoca.
Geoff Thew, dallo scantinato di sua madre, ci racconta di anime ed esistenzialismo. Un punto di vista adulto e un po' disincantato su una industria ormai matura da decenni.
La sua descrizione di Aggretsuko, serie in 10 episodi realizzata da Sanrio per Netflix, inquadra perfettamente il discorso.