Lego

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Ole Kirk Christiansen, un carpentiere di Billund, nel 1932 iniziò a produrre blocchetti di legno, nel 1934 li chiamò "Lego", nel 1947 iniziò la produzione in plastica e nel 1949 nacque il famoso sistema ad incastro.

Il nome deriva dal danese leg godt ("gioca bene") ma anche dal latino/greco. 75 anni dopo miliardi di mattoncini, di migliaia di tipi diversi, hanno invaso il mondo. Le possibilità di assemblaggio sono infinite e il MIT ha creato una variante geek, i mindstorm. La compagnia cerca di restare nel cuore dei ragazzi anche con dei dirompenti videogame (dopo Star Wars e Indiana Jones è in arrivo Batman), ma manipolare direttamente i pezzi ha un che di alchemico. E' una magia, e non c'è il trucco.

Pulp Space Hardsuit by Soren

graphics exchange

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graphic-exchange seleziona alcune delle migliori immagini del web e le raccoglie in una cornice candida e sofisticata. Illustrazioni, fotografie, commercials, siti, copertine di CD, tutto lo stile possibile.

Vista la qualità del materiale pubblicato è l'equivalente una vera e propria esposizione che si svolge sul comodamente sul proprio browser.

"mycelium photoset" @ flickr

"'sto ragnetto al limone..."

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Grande anno per Cristiana Capotondi. Un autunno e tre film: "Scrivilo sui muri", diretto da Giancarlo Scarchilli, "I Vicere’" di Roberto Faenza e ora "Come tu mi vuoi", una commedia brillante di Volfango De Biasi che è il caso di celebrare subito, senza aspettare che la critica la rivaluti fra una ventina di anni liquidandola per il momento come una commedia giovanilistica.

Il meccanismo del film è preciso, la sceneggiatura serrata, le battute non mancano e il cast attorno alla protagonista è un po' caricaturale ma azzeccato. La trama si distilla in schegge di realtà purissima, non tagliata, che il pubblico ha premiato con un ottimo esordio al botteghino.

Cristiana, laureata a pieni voti nel 2005, vede svoltare definitivamente la sua carriera cinematografica dopo il precedente botto di "Notte prima degli esami".

foto da cristianacapotondi.com

lezioni di disegno

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"Disegnare con la parte destra del cervello" è un libro, un trattato, un manuale, un corso, una pseudo-scienza. La sua autrice, la dottoressa Betty Edwards, ha cucinato un minestrone prelibato, fatto di aspirazioni artistiche, convinzioni incrollabili che disegnare fosse alla portata di tutti, corsi di psicologia e nuove teorie cognitive sul cervello.

Il risultato è un percorso a tappe (anche forzate) che insegna a guardare, la cosa più importante per disegnare qualcosa di realistico. Il metodo, di grande efficacia è con quasi 3 milioni di copie vendute nel mondo, insegna anche la fiducia nelle proprie capacità, la disciplina e soprattutto il valore della "parte destra", quella creativa, artistica, irrazionale, che nella cultura occidentale è sovrastata dalla "parte sinistra", quella della ragione e del linguaggio, che si ritiene essere più importante, mentre molto probabilmente è la causa principale di uno squilibrio generale.

E' "la cultura come medicina".
So here’s a thread why everything you know about learning to draw is wrong.

image from draw right gallery (5 giorni prima e dopo la "cura")


Zzap!64

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Oltre 20 anni fa in Inghilterra si scriveva mensilmente la storia del videogame sulle colonne di una rivista destinata a sbarcare anche da noi, il suo nome era una onomatopea secca: Zzap!

Zzap64 è la raccolta di tutte le copie dell'edizione inglese. Contiene interviste a Braybrook, ai ragazzi di Sensible Software e allo staff Lucasfilm Games, tutte le preziose medaglie d'oro, la possibilità di cercare negli archivi tutti i giochi con una valutazione ad esempio superiore a 90% o inferiore a 40% (risate garantite con i fumetti dei redattori con due dita in gola ecc.).

Un eccellente viatico ad una partitella al retro game preferito per immergersi ulteriormente nell'epoca in cui i videogame erano roba da garage e non un business da centinaia di milioni di dollari.

Julian Rignall, Gary Liddon, Gary Penn, Roger Kean nella redazione di Zzap!
circa 1985

titoli di apertura

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L'occhio attento è in grado di cogliere un buon auspicio sul film a cui sta per assistere grazie ad una analisi dei titoli di testa, un po' come quando la sigla dei Simpson è ridotta al minimo, segno che di gag nell'episodio ce ne saranno "a strafottere" (vive la France).

Appena arrivato tra i 100 siti cool dedicati al cinema è "Forget the film, watch the titles", dove il prologo della pellicola viene collocato in quattro diverse categorie: Animazione, graphic design, 3D e un mix dei precedenti.

Uno tra gli esempi ospitati sul sito di questi meravigliosi cortometraggi che anticipano la storia a venire sono i titoli di Lemony Snicket: A series of Unfortunate Events, carichi dello stesso humor noir che pervade tutto il film.

A series of Unfortunate Events opening titles
[via linesandcolors.com]

Bruno Faidutti

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Bruno Faidutti progetta e realizza giochi da tavolo. Nella home campeggia un bel reportage dell'evento principale per i giocatori da tavolo europei: la fiera di Essen dove gironzolavano ospiti del calibro di Miss Canada e nientemeno che

Richard Garfield.

Bruno è un sociologo, uno storico, un cacciatore di unicorni. Fra i suoi giochi più famosi: Citadels, ma ne ha ideati più di 40. E' appassionato anche di letteratura, musica, cinema, pittura e politica, ed ad ogni luna piena si trasforma in un marxista ortodosso.

alcuni giochi da tavolo realizzati da Bruno Faidutti

Monkey Island: il film

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Monkey Island: il film, da non confondersi con la blanda copia, è una versione liofilizzata, browser friendly delle avvventure del mitico Guybrush Threepwood.

Aneddoto: l'assurdo nome del protagonista deriva dal programma usato per crearne lo sprite del gioco: Deluxe Paint (il nonno di photoshop). All'inizio si chiamava semplicemente Guy, e quando veniva salvato il software appendeva automaticamente ".brush". Alla fine "Guy.brush" rimase e per il cognome si dovettero inventare qualcosa di altrettanto originale.

"Guybrush ed alcuni amici fanatici della pulizia delle orecchie"
[via gnomeslair]

Wizball

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Graham Goring si è rimboccato le maniche ed ha riportato tra noi il perfido classico di Sensible Software per C=64 e Amiga: Wizball.

Imparare anche solo a muoversi era una piccola impresa, riuscire a riportare i colori nel mondo desolato una mera utopia. Ogni upgrade forniva abilità vitali per progredire e ad accompagnare il mago nella sua avventura c'era il suo fido gatto Catellite. Forse è vero che una volta i giochi erano più difficili.

"Wizball"
front cover art by Bob Wakelin
[via rockpapershotgun]