Molti di questi ariticoli sono rivelatori di come i programmatori ai tempi dovessero ingegnarsi per superare i vincoli che avevano di fronte, inventare nuove soluzioni tecnologiche (Another World gira su una macchina virtuale) ed essere incredibilmente creativi anche a livello di implementazione e non solo nel gameplay.
Quando hanno comunicato a Camilla Luddington che sarebbe stata la nuova Lara Croft l'attrice inglese ha avuto un brivido di esaltazione nel pensare di poter finalmente interpretare una vera eroina, una "badass". In realtà ha passato i mesi seguenti a piangere, tirare su con il naso, gemere e rabbrividire.
La "nuova" Lara infatti è proprio una novizia. La cuginetta di Indiana Jones inizia l'avventura senza avere mai ammazzato nessuno (qualcosa che in un videogame fa notizia, nella realtà magari meno) e senza nessuna esperienza sul campo, se non il suo DNA Croft.
Tomb Raider rilancia uno dei franchise più di successo della storia, ed un personaggio che bene o male riesce sempre a camminare sulle sue gambe, pur senza essere un archetipo.
A livello di gameplay Crystal Dynamics non fa nessun miracolo, ma riutilizza ed evolve in modo molto intelligente le ottime idee che avevano decretato il successo di Uncharted (e Naughty Dog a sua volta aveva migliorato quelle di Prince of Persia)
"Le zampe dei gatti, ovunque si posino, sono così silenziose che non tradiscono mai la loro presenza, quasi calpestassero il cielo o le nuvole. Sono come un gong suonato sott’acqua o un koto pizzicato in una grotta, sono l’intuizione muta e immediata delle delizie della vita."
Pubblicato per la prima volta in Italia 100 anni dopo l'uscita in Giappone Io sono un gatto di Natsume Soseki è considerato il primo romanzo "internazionale" scritto nel paese del Sol Levante.
"Gli umani per quanto forti non saranno in auge per sempre. Meglio attendere tranquillamente l'ora dei gatti."
Alcune gallery su deviantart hanno milioni di visite, altre invece si limitano a qualche decina di migliaia, ma il gap in termini di valore artistico è esattamente opposto.
La gallery di David Wyatt è proprio uno di questi casi.