Ogni circa 40 anni una nuova tecnologica mediatica rivoluziona il mondo. All'inizio del '900 è arrivato il cinema, negli anni '50 la televisione, nel 1990 il world wide web (ebbene si, il mondo è esistito per secoli senza internet !) e probabilmente dietro l'angolo ci sono due lettere, e non sono AI, ma AR. La realtà più che in 3D.
Il miglior animatore nel paese con l'industria di animazione più importante del mondo ama l'Italia (ampiamente ricambiato), e non perde occasione di mostrarlo continuamente anche nei dettagli. Il "Museo d'Arte Ghibli" è proprio il nome del luogo dove si concentra la maggior parte del materiale sugli studi cofondati da Hayao Miyazaki, tra l'altro anch'essi portano il nome italiano del vento del deserto (e di un famoso aeroplano da ricognizione del regio esercito).
Il museo si trova nella verdissima Mitaka, in uno degli scorci più scenografici di Tokyo e si può visitare solo su prenotazione. Non esiste parcheggio e quindi è bene arrivarci dalla stazione di Kichijoji uscendo dal parco e addentrandosi nel bosco di Inokashira, pieno di negozietti che non hanno nulla da invidiare a quelli dei capolavori animati dello studio.
Miyazaki ha voluto che il suo museo fosse "un luogo sereno e interessante, con molto da scoprire, basato su una filosofia chiara e coerente, dove chi è in cerca di divertimento lo possa trovare, così come chi è in vena di riflettere e chi di lasciarsi andare alle sensazioni. Un luogo che faccia sentire più ricco di quanto fosse al suo ingresso chi lo lascia.".
Abigail Larson coniuga horror e ironia nelle sue tavole, che sembrano ancora realizzate con il fido inchiostro e colorate ad acquerello, ma che sono in realtà soggette ad un trattamento digitale.
Ama passare il tempo libero crogiolandosi nel buio e guardando repliche de "La Famiglia Addams", e non si può dire che questo non influenzi i suoi soggetti, dotati sempre di una aura piuttosto sinistra.
Non solo Kawaii intervista Juri Ueda, artista giapponese nata a Osaka che adora gli acquerelli e realizza quadretti sereni e spiritosi.
Una innegabile vena manga dove per una volta trionfano i colori e le trame che nascono dall'incontro dell'acqua con la carta anzichè i freddi retini in bianco e nero.
I molti elementi presenti in ciascuna opera sembrano raccontare una storia a chi osserva.
Jagi è un illustratore australiano cresciuto giocando in piena era 16 bit, quando i colori sullo schermo sono passati improvvisamente da qualche decina a svariate migliaia, sono comparse le sfumature e i pixel si sono fatti piccoli, in grado di evocare profili suggestivi e forme solide.
A scuola passava il tempo disegnando i mondi impossibili dove si sarebbe svolto il suo videogame ideale. E oggi non molto è cambiato.
Volare, fluttuare e cadere... non è poi così diverso. E' una questione di controllo. Certe volte al massimo si riesce a malapena a fluttuare. Ogni tanto, purtroppo, si cade.
Nel frigo di Shiki ci sono solo bottiglie d'acqua, il telefono è sul pavimento insieme ad alcune riviste sparse. Non c'è nient'altro che un letto accostato alla parete. Ha un'anima divisa in due, spartana, fredda e solitaria; sembra sempre sul punto di sfoderare il fido coltello e illuminare di azzurro e viola i suoi occhi terribili in grado di percepire la morte. Ricorda vagamente Motoko Kusanagi anche nell'aspetto fisico (stessa doppiatrice: Maaya Sakamoto), e come lei combatte contro entità invisibili. Soprannaturali, anzichè elettroniche.
Kara no Kyōkai (空 の 境界, lett. "il confine del vuoto") è una serie di sette film d'animazione tratti da alcuni racconti di Kinoko Nasu che si svolgono in periodi ben precisi:
Overlooking View - settembre 1998 Murder Speculation I - agosto 1995, marzo 1996 Remaining Sense of Pain - luglio 1998 The Hollow Shrine - marzo 1996, giugno 1998 Paradox Spiral - novembre 1998 Oblivion Recorder - gennaio 1999 Murder Speculation II - febbraio 1999
Android è un sistema operativo per dispositivi mobile (come uno smartphone) sviluppato a partire dal kernel linux da una azienda che è poi stata comperata da google. Attorno a questa tecnologia si è sviluppato un consorzio chiamato Open Handset Alliance che permette a qualunque sviluppatore di creare applicazioni per questi gadget in java (c'è chiaramente una estensione di Eclipse).
La cosa bella di tutto questo sta nella parola "open", che sottintende la possibilità di estendere, aggiornare e migliorare il proprio ciappino nero.
E impedire a Steve Jobs di segare flash per alimentare l'app store.
Albuzeedo è un sito che va tenuto accuratamente d'occhio per alcune tecniche interessanti e tutorial rivelatori.
Questo classico reso abbastanza semplice grazie una guida video e tutti i file necessari riguarda uno dei più richiesti effetti di photoshop: la scritta al neon.
E se i pennelli di questo tempo fossero fatti di silicio percorso da corrente che si riverbera alla velocità della luce attraverso microscopici, imperscrutabili anfratti ?
Beh allora questo: arte spingendo bottoni e girando manopole sarebbe una galleria d'eccellenza, che espone immagini in grado di suscitare più di una suggestione. Perchè in fondo l'arte è anche cogliere un significato in mezzo al nulla, ed interrogarsi se questo abbia un senso. Avventurarsi nel proprio mondo interiore attraverso quella porta che è l'opera stessa.
Alcuni esempi: "Ho impiegato il mio futuro costruendo una stella", "L'antica vita delle città", "Un po' d'acqua", "Racconto di Natale".